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Le Salite del VCO
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Ciclorubriche redazione

La magia delle Salite del Cusio

05/03/2021

Un quartetto di ascese che uniscono sport, storia e cultura, tutte caratterizzate da bellissimi panorami e da pendenze toste! In attesa dei dettagli tecnici, ecco una breve presentazione… giusto per ingolosirvi un po’!

Mottarone da Omegna – La storia
Sulla salita che da questo versante raggiunge i 1455 m del Mottarone si sono scritte pagine epiche del ciclismo. Ritorniamo con la memoria al Giro d’Italia 1966, quando la maglia rosa Vittorio Adorni andò in crisi proprio sulla “sua” salita; “sua” perché qui aveva conosciuto la moglie Vitaliana. Oppure pensiamo al Giro 1997, quando addirittura nevicò sulla vetta durante la Verres – Borgomanero vinta da Alessandro Baronti. O ricordiamo ancora l’edizione 2001, quando Gilberto Simoni diede spettacolo nei due passaggi previsti sul Mottarone, vincendo in solitudine sul traguardo di Arona e mettendo un sigillo da vero campione alla sua prima vittoria al Giro d’Italia.
Il Giro tornerà proprio nel 2021 su questa salita, nel corso della tappa Abbiategrasso – Alpe Mera del 28 maggio.
Pedalare sul Mottarone significa quindi entrare nella storia del ciclismo dalla porta principale. Non fatevi però troppo distrarre dal passato e nemmeno dagli spettacolari panorami su Lago d’Orta e Lago Maggiore che troverete salendo: il Mottarone è una salita lunga e presenta pendenze fino al 18%, per un dislivello totale di 1.446 m!
Visto che a noi de le Salite del VCO le sfide piacciono, vi proponiamo di allungare ulteriormente il percorso, scendendo a Gignese, poi verso Sovazza, da dove inizia la salita verso Coiromonte, borgo incantato e ricco di fascino. Da lì sarà quasi tutta discesa fino ad arrivare ad Armeno e poi a Orta – fate un salto in Piazza Motta - da dove si può tornare, costeggiando il Lago d’Orta, a Omegna.

Alla fine saranno 61,3 km per oltre 1600 m di dislivello: un giro assolutamente spettacolare!

Campello Monti – L’incanto
Si parte da Omegna, pochi metri e si entra in un’altra dimensione. L’ascesa verso Campello Monti è nel vero senso della parola, un viaggio nello spazio e anche nel tempo. Nella Valle Strona il tempo scorre a un ritmo differente da quello frenetico a cui siamo abituati. La salita stessa ci insegna a non avere fretta: inizia in maniera piuttosto dolce, ma via via che i km passano, le pendenze si fanno più ripide e il paesaggio più selvaggio. A rendere ancor più affascinante il “Viaggio nel tempo”, ci sarà anche un tratto di strada bianca, quello fra Chesio (a cui si arriva via Germagno e Loreglia) e Luzzogno. Le difficoltà maggiori sono proprio nei km finali: la strada, molto stretta, si impenna inesorabilmente fino ad arrivare al 17% di pendenza massima a pochi metri dal traguardo. Dopo 998 m di dislivello totale si giunge a Campello Monti, il paese che muore ogni inverno per ritornare a vivere con la bella stagione.
Comune autonomo dal 1816 fino al 1929, Campello Monti, è ora una frazione del Comune di Valstrona. Circondato dalle maestose cime che dividono la Valle Strona dalla Valsesia, abitato solo d’estate, è una perla rara del secolo, anzi del millennio scorso: va assolutamente visitato!

Madonna del Sasso – Lo spirito
Vi sentirete in pace con voi stessi una volta arrivati al Santuario del Madonna del Sasso. Sarà per il magnifico tempio, sarà per la vista impagabile sul Lago d’Orta, sulle Alpi e sulla pianura novarese, che avvertirete tutta l’aura spirituale di questo luogo, meta di pellegrinaggio, di gite domenicali e… di avventure sulle due ruote.
Il Santuario della Madonna del Sasso fu costruito nel ‘700. I lavori iniziarono verso il 1725, grazie anche al contributo degli abitanti di Boleto, e terminarono nel 1760. Il santuario fu consacrato ufficialmente nel 1771 dal vescovo di Novara.
Le architetture e gli affreschi sono opera del pittore-architetto valsesiano Lorenzo Peracino.
Nel 1998, in occasione dei 250 anni dalla costruzione, l'intero complesso è stato completamente restaurato.
La salita, in poco più di 10 km, porta dai 310 m di Pella ai 670 m del Santuario. Non è durissima, ma presenta delle rampe oltre il 10%: è un’ascesa che va rispettata e che se affrontata con il giusto ritmo vi saprà regalare davvero un’esperienza spirituale!

Quarna Sopra – La musica
Un crescendo con una coda finale in diminuendo: potrebbe essere descritta così, in termini musicali, la salita che da Omegna porta verso Quarna Sopra.
E non è un caso se abbiamo scelto questa terminologia: Quarna è infatti “Il paese della Musica”, sede dell’omonimo festival che, iniziato nel 1980, ospita artisti  meno noti e di fama internazionale. Offre anche eventi di musica classica, bandistica, jazz e contemporanea. “Il paese della Musica” è l’espressione viva e vitale di quasi 200 anni di cultura musicale di Quarna, maturata sia nella produzione artigianale di strumenti a fiato, che nella formazione e promozione della musica fra i giovani e i meno giovani.
E, a proposito di musica, è indispensabile trovare il ritmo giusto per apprezzare al meglio questa salita ricca di tornanti, piuttosto regolare, ma con strappi fino al 10%. Una volta arrivati a Quarna Sotto, dopo circa 6 km a quota 805 m, la salita vera e propria è terminata. Gli ultimi 3 km per arrivare a Quarna Sopra, 860 m di quota, si possono fare anche canticchiando!

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